CITTADINANZATTIVA PIEMONTE
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La piazza

Si sono ritrovate in Piazza Crispi a Torino, il 12 Aprile, le Organizzazioni e le Associazioni che hanno promosso e sostenuto i cinque referendum, che riguardano i Diritti sul posto di lavoro e i Diritti di Cittadinanza. Il principale obiettivo espresso da tutti è stato quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza dei quesiti, andando nella piazze, nei mercati, nelle scuole, nei circoli, nella parrocchie, perchè è fondamentale raggiungere il quorum. Non facile, ma alla portata con l'impegno di tutti, perchè non è solo questione degli specifici quesiti, ma per l'importanza dell'istituto stesso del referendum, occasione di democrazia partecipata che come Paese non possiamo permetterci il lusso di peredere.

Numerosi e importanti gli interventi che si sono succeduti: lavoratori che hanno vissuto e vivono quotidianamente situazioni di precarietà sul posto di lavoro, famigliari di vittime degli incidenti sul lavoro, rappresentati RSU,  giovani al primo voto, migranti, pensionati e pensionate, uomini e donne dello spettacolo. Tra gli interventi, Giorgio Airaudo, Segretario CGIL Piemonte, che ha insistito sull'importanza del ruolo di ciascuno nel coinvolgimento dei Cittadini alla partecipazione al Referendum; Guido Giustetto, presidente dell'Ordine dei Medici di Torino, e Chiara Rivetti, Segretaria ANAAO Piemonte, che hanno parlato delle implicazioni sulla salute derivanti dalle situazioni di precarietà e non riconoscimento dei diritti; Chiara Saraceno, sociologa, che è intervenuta sulla condizione di difficoltà per le famiglie di immigrati i cui diritti non sono pienamente riconosciuti; Giuseppe Cucè, fratello di Salvatore, morto a soli 33 anni, durante gli scavi del Terzo Valico, che ha ricordato la strage di oltre 1000 morti all'anno per incidenti sul lavoro; Maali Atila Sarih per il Coordinamento nazionale delle nuove generazioni italiane, che ha ricordato come i diritti siano lo strumento principale per una piena integrazione.

 

Enrico Ferrario, neo segretario di Cittadinanzattiva Piemonte, intervenuto sul palco, nel suo intervento ha ricordato l'impegno dell'Associazione nella tutela dei Diritti avendo sempre come faro la Costitutuzione Italiana, baluardo cardine per la difesa dei Diritti dei Cittadini.. E ha inoltre sottolineato come i Referendum siano l'istituto di partecipazione che maggiormente si identifica con i principi di Attivismo Civico che contraddistinguono sin dalla sua nascita tutte le iniziative Di Cittadinanzattiva. Occorre fare quindi un grande sforzo di sensibilizzazione delle persone, per raggiungere il traguardo del raggiungoimento del qurorum e della vittoria dei SI. Ha infine ricordato come i cittadini stranieri presenti sul nostro territorio, e in attesa del riconoscimento della Cittadinanza, partecipano in modo fondamentale e non sostituibile al tessuto economico e sociale del Paese, a cominciare dal pagamento di tasse e contributi previdenziali senza i quali sono letteralmente a rischio le pensioni erogate.


 

Nel suo intervento, Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, sottolinea che "Votare al referendum significa assumersi la propria parte di responsabilità. Assistiamo a troppe deleghe, a troppi neutrali, a troppi mormoranti che stanno a guardare, giudicare, semplificare ed etichettare. Noi, invece, abbiamo bisogno di responsabilità". Un richiamo anche alla politica, giudicata da Don Ciotti come incapace di rispondere alla richiesta dei diritti che arriva dalla Società. E si richiama alle parole di Don Milani, pronunciate nel 1965 ma ancora attuali, per il quale ".. le uniche armi che approvo sono quelle nobili e incruente dello sciopero, del voto e dell'obiezione di coscienza." Un richiamo forte e deciso alla responsabilità di tutti, all'impegno concreto e non solo proclamato, all'attivismo civico nel comportamento quotidiano


E non ha voluto far mancare il suo sostegno Giancarlo Caselli, magistrato con una storia e un impegno civico che non ha bisogno di presentazioni. Che ha ricordato a tutti di non nascondersi dietro alla facile scusa del non cambia mai niente, ma di ricordarsi che "non esistono soltanto le categorie della utilità e dell'efficienza, ma anche quelle del giusto, dell'ingiusto e della solidarietà". Parole che sono state accolte da un fragoroso e convinto applauso da parte della piazza, nella convinzione che le battaglie perso sono soltanto quelle a cui si rinuncia in partenza.


 

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