La pandemia ha restituito alla sanità la dovuta priorità e ha fatto finalmente emergere la necessità di "reimmaginare" il futuro del settore, trasformandolo in un servizio incentrato sull'uomo, inclusivo e pronto per shock futuri ma ha anche reso evidente l’esistenza di pietre di inciampo – prodotte da decenni di trascuratezza, pesanti e non immediatamente rimovibili - come la carenza di infermieri e di medici e la progressiva obsolescenza delle strutture e delle tecnologie con riflessi drammaticamente evidenti su problemi cruciali come le liste di attesa e l’intasamento delle strutture di pronto soccorso che mettono in causa la sopravvivenza stessa del servizio sanitario universale.
La necessità di ripensare il servizio sanitario precede di almeno venti anni la pandemia, facendo emergere, con forza crescente, come principali e ineludibili linee di riassetto, lo sviluppo della assistenza al domicilio e la personalizzazione dei percorsi. Questa esigenza, ampiamente condivisa dagli osservatori più attenti, non trovava però il dovuto riscontro nel dibattito pubblico.
Cittadinanzattiva del Piemonte ha voluto dare un contributo operativi al superamento di questo grave deficit, dedicando la VII^ Conferenza Sanità e Comunità locali, organizzata in stretta collaborazione con la rete HPH del Piemonte, al tema al tema “Una sanità a misura di comunità” link in vista della attuazione del Il DM 77/2022 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”. Il confronto ha visto la partecipazione di luogo di tutti i soggetti istituzionali, professionali e civici: assessorato regionale, aziende sanitarie, medici, infermieri e farmacisti, esponenti degli enti locali, associazioni dei malati cronici e cittadinanza attiva.
Sono stati prese in considerazione, fra l’altro:
1. l ruolo dei Distretti per uno sviluppo della domiciliarità in rapporto con la cittadinanza e con le comunità locali;
2. La concreta organizzazione delle Case della Comunità sostenuta dal confronto con le comunità, la cittadinanza e i professionisti del territorio;
3. Le assistenze domiciliari governate da Piani di assistenza individuali concordati con i malati e con i loro caregiver, liberati da carichi organizzativi e burocratici;
4. Le centrali operative territoriali, come luoghi di promozione della domiciliarità da accompagnare con un’azione costante di monitoraggio in rapporto con la cittadinanza attiva e le comunità locali.
I lavori sono stati conclusi con una raccomandazione sul “Ruolo della partecipazione civica nelle politiche sanitarie territoriali” link raccomandazione 13.10 sulla quale è in corso un confronto con la Regione-
Leggi la raccomandazione finale
Leggi il resoconto completo della Conferenza https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3896